Paura e ansia
Parliamo di quella paura di affrontare le situazioni o le persone...

La Fobia Sociale (FS) è un disturbo psicologico molto comune, caratterizzato da un’intensa e persistente paura di affrontare le situazioni
in cui si è esposti alla presenza e al giudizio altrui per il timore di mostrarsi imbarazzato, di apparire incapace e ridicolo e di agire in modo inopportuno e umiliante.
L’immediata conseguenza ad una esposizione è uno stato d’ansia che in alcuni casi può raggiungere l’intensità di un attacco di panico.
Il nucleo patologico della FS è rappresentato dall’ipervalutazione e dalla marcata sensibilità al giudizio degli altri, accompagnate da sintomi ansiosi nelle situazioni interpersonali e sociali, previste o affrontate, incapacità a controllare le proprie reazioni emotive e timore di apparire ridicolo e impacciato e di comportarsi in modo inadeguato.
Il fobico sociale teme di essere osservato, di divenire oggetto di scherno da parte degli altri o che le proprie prestazioni lo possano esporre a valutazioni negative, mentre la sua capacità di critica sulla reale possibilità che ciò avvenga è alterata.
Di conseguenza, il soggetto, credendo di essere valutato negativamente e sentendosi quindi rifiutato, perde la stima di sé.
L’insorgenza della Fobia sociale è precoce, spesso si manifesta nell’infanzia, oppure avviene nell’adolescenza.
Il decorso è cronico e persistente, con un elevato grado di sofferenza soggettiva, e in genere il disturbo persiste fino in età avanzata con tendenza alla cronicizzazione, se non viene riconosciuto e trattato.
Alla convinzione di non essere in grado di sostenere una situazione interpersonale, che qualsiasi cosa si faccia o si dica sia sbagliata, si aggiungono la sensazione marcata di essere osservati e di essere al centro dell’attenzione altrui, la cosiddetta “public selfconsciousness” e la convinzione che gli altri, invece, non provino ansia sociale.
Di conseguenza, il fobico polarizza tutta la sua attenzione sulla situazione che deve affrontare e sui sintomi ansiosi che questa gli scatena, i quali verranno quindi percepiti amplificati e ingestibili, mentre aumenta la sua già costante preoccupazione riguardo ciò che penseranno gli altri di lui.
Il timore, esagerato e irrazionale, del giudizio altrui infatti gli impedisce l’autoesposizione e più i comportamenti di evitamento si generalizzano, maggiormente il disturbo diventa invalidante: infatti evitando la possibilità di sperimentarsi si acuiscono i sentimenti di inadeguatezza e inferiorità che a loro volta, riducendo l’autostima, aumentano la tendenza a percepire sé come incapace e gli altri come critici e rifiutanti.
La strada verso l’accettazione del disagio è il primo passo di conoscenza e segna l’inizio della psicoeducazione necessaria a comprendere la situazione e ad attrezzarsi per iniziare a superarla mediante gli interventi terapeutici di superamento e consolidamento.
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